domenica 24 ottobre 2010

flessibili quanto vuoi, ma noi ci siamo rotti

flessibilità.
che parola interessante.
è un grumo di sostanze: flessibilità mi fa venire in mente un corpo ben allenato che si flette ginnico e armonico, mi fa venire in mente una mente, flessibile e aperta a nuovi confronti e conoscenze.
flessibilità mi fa venire in mente un carattare calmo e accomodante, sereno, leggero; flessibilità mi richiama una materia che puoi plasmare per fare mille forme ma che mantiene lo stesso un suo proprio carattere.
flessibilità mi fa venire in mente pascal (era lui, vero? qualcuno mi contraddica!) che paragonava gli esseri umani a canne al vento (vero?): flessibili appunto, canne curve sotto lo sferzare dei venti e degli uragani, canne che nella loro piccolezza risultavano, grazie Inserisci linkalla flessibilità delle loro fibre, resistenti e più forti della natura.
e poi, in ultimo, come non ricordare la (triste) flessibilità del mercato del lavoro; anche se il mercato del lavoro in questi ultimi anni non richiede, in verità, flessibilità: chi usa questa parola connessa al lavoro la usa a sproposito e neppure ormai più come eufemismo ma proprio come parola maschera: si parli chiaramente di sfruttamento! ... ah, già, è vero, questo non è Paese di onesti, né nei fatti né nelle parole né nelle intenzioni.
quello che (ci) viene richiesto dai mercanti del lavoro sono masochistiche contorsioni, meglio se umilmente elemosinate e meglio se poi educatamente si ringrazia con un inchino. flessibilità - a questo proposito - mi ricorda anche l'ombrello di certe vignette di altan.

e noi ci siamo rotti.

per fortuna (o per buona onesta educazione: grazie mamma e papà), non siamo stati abbastanza addomesticati da giocare secondo certe male regole, da abbassarci oltre un certo limite che dimentica la dignità e l'orgoglio di quel che si è e di quel che si vale e, soprattutto, delle potenzialità enormi che ognuno ha.
fu così che abbiamo sempre preferito dare la priorità alla nostra (unica) vita piuttosto che correre dietro a un sistema che vuole immobilizzare e impantanare.
chiamatela come vi pare ma è una Resistenza. non eclatante e che molti considerano inesistente. certo, manchiamo dalle manifestazioni da un po' di tempo, tessere di partito non ne abbiamo, e "scendere" in politica non l'abbiamo mai fatto. ma c'è un'altra politica anche, c'è una politica quotidiana e continua (quella che secondo me è la vera politica): assidua e contagiosa, fatta di piccole cose e di grandi responsabilità, che vivi e scegli di vivere ogni giorno.

e di questa impantanata situazione e di questa mentalità diffusa che ammorba in italia, bè, cari amici noi ci siamo rotti. ora basta.
abbiamo proprio bisogno di uscire, lasciare per un po' questo clima asfissiante che ci annebbia la vista e inaridisce il cervello. siamo stanchi di tante cose che non vanno o vanno sempre, drasticamente, paurosamente sempre peggio.
sento qualcuno che mi dice: perché non rimediare, perché non lottare qui?
perché, adesso, abbiamo prima bisogno di respirare, di uscire da un guscio troppo provinciale e gretto, senza prosepttive.
andare è un impegno morale, anche nei confronti dei nostri figli.

ora, dal discorso fatto pare che ci trasferiamo all'estero per chissà quanto.
sono solo 6 mesi. ma sei mesi di formazione e speranza, sei mesi di scommessa, di forza e forze in gioco. è uno dei nostri tanti gesti contro il sistema (di cose, di regole, di possibilità razionali): è uno dei nostri gesti "ora capovolgiamo il gioco, ora ti detto io le regole, ora mi sfilo dalla tua ragnatela del si può / non si può".
noi, in teoria, si sa, per tante ragioni e le più razionali, non potremmo: ma un tuffo è un tuffo, un salto è un salto.

si va. 30 dicembre partiamo.
vivremo a Guelph (vicino a Toronto), Ontario, Canada per 6 mesi circa.
si va.

bene, adesso qualcosa (una buona notizia?) per te che leggi.
se sei arrivato a leggere fino a qui, ti meriti di partecipare al nostro Farewell Party (eh? già internazionali!): sabato 4 dicembre, un pomeriggio-sera di chiaccherate saluti e molto altro... tieniti aggiornato! a breve dettagliata descrizione sull'evento!
Non mancare! anzi, conferma la tua presenza!

buona serena ardua felice costante (R)esistenza a tutt*

mercoledì 20 ottobre 2010

mais dire mais


la prima volta che mangiai una pannocchia fu in canada, o forse era in italia ma ero piccola e c'erano a casa nostra lo zio Vittorio e Mauro dal canada. e ricordo questa cosa, delle pannocchia calde con sopra il burro e sale (che buono il burro salato!)
i bimbi adorano le pannocchie.
dovrei, per dovere di cronaca, inserire forse qui la famosa foto di adriano a zagabria che mangia una pannocchia... ce l'avete presente???
chissà se c'è un qualche legame tra quella foto e questa.

:)

sabato 16 ottobre 2010

le mani in pasta

TATàTADddddàààààn

finalmente (SERENDIPITY!) abbiamo scoperto come impegnare per 2 ore buone i bimbi! evviva! e finora il risultato è stato ottimo!

evviva la pasta di sale!

eccoli impegnati a pasticciare, tagliare, formare, impastare...
(e iris li osserva attenta)



e voi, avete suggerimenti per altri giochi in casa che li possano occupare nelle lunghe giornate autunnali?

mercoledì 13 ottobre 2010

sorelle

(foto dei primi di ottobre 2010)

sì, sì lo so, ogni scarrafone è bello a mamma sua... ma non sono bellissime?????

diana, nella tenda-igloo:


diana: primo piano, con fiore


diana, pensierosa al sole autunnale


e, qui, iris...


...e sì, è un'espressione un po' così, tra meraviglia e stupore, prima di un sorriso o di uno starnuto o di uno sbadiglio. ma non è irresistibile?

giovedì 7 ottobre 2010

13 settembre: Primo Giorno di Scuola

è quasi trascorso un mese dal primo, fatidico, emozionante, storico Primo Giorno di Scuola. Possiamo ora fare già un piccolo bilancio: la scuola è meglio dell'asilo, peccato per i compiti a casa di pomeriggio, l'ora più bella è quella di ginnastica (ah... tutto suo padre...).
Ma iniziamo dall'inizio.
E l'inizio, cari i miei cinque lettori (chi sto citando?), non è il 13 settembre ma il 12 settembre.
Sì, il 12 settembre, domenica sera, la sera prima del Primo Giorno di Scuola a casa nostra si è consumato un rito tedesco.
Riki, come promesso, è arrivata a casa nostra con un cono gigantesco, che, come qui racconta a Davide (la cosa, come potete notare dalle facce, è piuttosto seria, anzi molto seria... davide si sente investito di una certa responsabilità....)

Inserisci link
...questo cono arriva direttamente dall'Albero che c'è nel cortile della scuola (o della casa della maestra? riki, non ricordo...): fatto sta che la maestra in persona è andata a controllare l'Albero (della conoscenza? è quello? proprio quello?) e ha visto una serie di coni 'maturi' (tra cui quello di davide, con un bellissimo drago verde), pronti per la scuola... è quello che in Germania chiamano Schultüte (il cono della scuola), un modo più buono per iniziare l'anno scolastico ed evitare un approccio traumatico.

davide abbraccia appassionatamente il suo cono,
col volto preoccupato ma felice (e non sa ancora quali meraviglie nasconde)


si tratta, in sostanza, di un cono pieno di cioccolato, caramelle e doni che viene regalato ai bimbi il primo giorno di scuola e condiviso con gli amici... il primo giorno di scuola in germania si passa tra i dolci e i regali. che bella tradizione!

Ma - colpo di scena! - c'era un "piccolo" (per modo di dire, visto che era alto quasi quanto lei!) cono anche per diana!

la gioia nei suoi occhi e il pensiero "Èmmmmmìo!!!!"

E dopo aver passato mezz'ora a svuotare i coni, a mangiare cioccolatini e colorare con pastelli... ecco che ci si trasforma in fatina o gnoma :)


Il primo giorno di scuola (con nello zaino un cioccolatino del cono come portafortuna e consolazione) è andato benissimo. un po' di emozione all'ingresso , ma poi alla vista degli amici che erano con lui all'asilo, in davide è prevalso il senso dell'avventura e della curiosità.
via, allora, in classe!
Anche diana si è seduta al banco: il caso ha voluto che il posto a fianco di davide fosse destinato a una bimba (che non si è presentata) che si chiamava proprio 'diana'! comunque a diana è piaciuto tantissimo accompagnare suo fratello tanto che poi si è messa a piangere perché voleva restare a "skòla"...


lasciato davide seduto al primo banco con tutto il malloppo di quaderni e fogli e penne, siamo andati a riprenderlo dopo 4 ore. sopravvissuto. bene. e serenissimo:


Adesso siamo abbastanza ben organizzati. Diana va all'asilo tre volte alla settimana, e due giorni invece viene spupazzata dai nonni (di Torrazza e di Gassino), mentre davide è a scuola dal lunedì al venerdì: fa orario 8.30-16.30 il lunedì, mercoledì e venerdì, mentre martedì e giovedì esce alle 13. di solito siamo io e Iris che lo andiamo a prendere.
Di pomeriggio ci mettiamo a fare i compiti.


ogni tanto si cade ancora in crisi ("e ma che noia, uffa, tutti questi, ma sempre colorare, ma tutti io, perché devo fare i compiti, ecc."), ma generalmente riusciamo a fare dei buoni lavori. e intanto anch'io ripasso come si scrivono le vocali e come si disegnano gli insiemi. :)

ecco qui due dei primissimi lavori di davide


(autoritratto)

Buona scuola e lavoro a tutti!

mamma modello